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giovedì 30 giugno 2011

ricorso precari: a settembre si parte

(Pre)Cari tutti,

prima che si parta per le ferie, la terra natia o qualsiasi altro posto migliore di questo, facciamo il punto sulla questione ricorso precari. 

Abbiamo parlato con l'avvocato Franco Moser, il quale ci informa di quanto segue:
1) Vista la complessità della questione, l'avvocato ritiene opportuno prendersi il tempo necessario (l'estate) per studiarla al meglio e per vedere in che direzione evolverà (ci sono cause già in corso e inoltre ministero e provincia, potrebbero prendere provvedimenti per evitare il contenzioso). 
Ci riaggiorniamo dunque a settembre, quando potremo finalmente partire con il ricorso.
2) Ricordiamo che settembre vale come data limite per presentare ricorso - 6 mesi dall'impugnativa - per chi ha inviato l'impugnativa a gennaio
Per chi avesse inviata l'impugnativa prima di gennaio, questo termine è ovviamente anticipato : per questo ce lo deve comunicare subito, così partiamo prima.
3) Ribadiamo, ancora una volta - e a scanso di equivoci o malintesi - che il ricorso è INDIVIDUALE. Ognuno di noi, dunque, una volta definita la propria posizione Moser (e inviate le informazioni richieste a suo tempo), dovrà gestire individualmente la pratica con l'avvocato.
Noi di Sgst continueremo comunque a svolgere il nostro ruolo di "appoggio " e coordinamento. Per questo anticipiamo fin d'ora che per inizio settembre è in programma un incontro collettivo con l'avvocato Moser, per fare il punto tutti insieme e per firmare il mandato all'avvocato.
4) Fate circolare la notizia tra amici e colleghi. Se qualcun altro fosse intenzionato ad appoggiarsi a Sgst per il ricorso, si faccia vivo al più presto. A metà luglio chiudiamo baracca .... per un po!

5) in caso di dubbi, fatevi sentire.
Per ora è tutto, buona estate!
Ag e Nz

domenica 23 gennaio 2011

pronti per il ricorso?

Docenti precari, pioggia di ricorsi

Dopo le sentenze dei giudici in centinaia chiedono il tempo indeterminato
    di Luca Marognoli
    TRENTO. Centinaia di raccomandate stanno intasando le cassette delle lettere del servizio scuola della Provincia. A inviarle gli insegnanti precari degli istituti superiori, che hanno tempo fino ad oggi per annunciare la propria intenzione di impugnare i contratti a tempo determinato chiedendone la conversione in «posti fissi». Un miraggio alimentato dalle sentenze dei giudici di tutta Italia. Secondo Alessandro Genovese e Nicola Zuin, fondatori degli Stati generali della scuola trentina, sono oltre 600 i docenti delle superiori che vanno avanti con contratti a tempo determinato e che potrebbero essere interessati a un eventuale ricorso. Il numero deriva dalla somma dei 383 insegnanti non a ruolo (sui 6.999 totali) e degli almeno 300 che si spartiscono le 204 cattedre "residue", cioè assegnate dai dirigenti. Il modulo per il ricorso è stato inviato a tutti i potenziali aventi diritto iscritti alla mailing-list degli Stati generali (ne erano disponibili di simili anche nelle sedi dei sindacati). A predisporlo è stato l'avvocato Franco Moser, che spiega quali sono i precedenti che hanno mutato la situazione in favore dei precari, sia dal punto di vista economico che dell'inquadramento: «Tra il 2009 e il 2010 numerosi tribunali hanno stabilito che il mancato riconoscimento degli scatti di anzianità agli insegnanti con contratto a tempo determinato fosse incostituzionale e contrario a una direttiva europea. In novembre poi due sentenze dei tribunali di Roma e di Siena hanno riconosciuto l'illegittimità di contratti reiterati all'infinito condannando le amministrazioni all'assunzione a tempo indeterminato dall'inizio dei rapporti di lavoro e al risarcimento del danno». La legge provinciale prevede un massimo di due rinnovi consecutivi (tre anni di docenza in totale), ma sono tantissimi i casi di "precariato cronico" che si prolunga anche oltre i dieci anni. A spingere tutti a muoversi in fretta è stata l'entrata in vigore del "collegato lavoro" (legge 183 del 2010), risalente al 24 novembre scorso. «Questo prevedeva che l'impugnazione del contratto andasse fatta entro 60 giorni dalla scadenza del contratto stesso», quindi entro il 23 gennaio. Non si tratta - precisa il legale - di una vera e propria impugnazione ma di un atto stragiudiziale, cioè di una semplice raccomandata con cui l'interessato esprime la volontà di richiedere la conversione del suo contratto in tempo indeterminato. Da quel momento il docente precario avrà altri 9 mesi di tempo per presentare il ricorso vero e proprio. L'auspicio dei precari è che la spada di Damocle dei ricorsi spinga finalmente la Provincia a mettere mano alla normativa.
    © RIPRODUZIONE RISERVATA
    23 gennaio 2011


    martedì 18 gennaio 2011

    importante e urgente

    cari precari,
    da alcune settimane stiamo lavorando con l'avvocato Franco Moser: oggi pomeriggio abbiamo avuto un altro lungo incontro sul fronte dell'impugnazione dei contratti a tempo determinato. Ecco il resoconto, con i chiarimenti e le istruzioni su come muoverci:
    Il ricorso del Codacons: per noi insegnanti trentini è del tutto inutile perché rivolto contro il Ministero della pubblica istruzione, mentre il nostro datore di lavoro è la PAT.
    Per noi, una possibilità è quella di affidarsi ai sindacati locali. Tenendo presente, però, che anche  i sindacati  si affidano ai loro avvocati di fiducia (e questi certo non lavorano gratis). 
    Inoltre, non va dimenticato che il ricorso dovrà comunque essere INDIVIDUALE (in Italia la class action - causa collettiva - in sostanza non esiste)
    Un'altra possibilità è unirsi all'iniziativa degli Stati Generali e di Equilibrio Precario:  
    Ci muoveremo in questo modo:
    L'impugnativa (il modello appositamente preparato dall’avv. Moser è in calce) va compilata e spedita al più presto: infatti è abbastanza probabile che il termine del 22 gennaio sarà riferito al recepimento - e non alla spedizione - della raccomandata: consigliamo perciò vivamente di spedire entro mercoledì 19 con raccomandata R1(che arriva in un giorno)
    Vanno spedite due raccomandate (agli indirizzi indicati). 
    Una terza copia va conservata.
    Ricordate che questa è solo l'impugnativa: il ricorso seguirà (c’è tempo 270 gg).
    Per questo, chi pensa di unirsi a noi per il ricorso ci mandi una mail con la conferma dell'avvenuta spedizione e in allegato il modello compilato.
    saluti,
    nz e ag



    Spettabile
    PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
    Piazza Dante, 15
    38122 TRENTO
            Raccomandata a.r. 
    Spettabile
    PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
    - SERVIZIO GESTIONE RISORSE UMANE
    SCUOLA E FORMAZIONE -
    Via Gilli, 3
    38121 TRENTO
             Raccomandata a.r. 
    Trento, lì 
    Oggetto: impugnazione ex art. 32 legge 183/2010
    Con la presente, il/la sottoscritto/a, nato a *** il ***, res. in ***, via ***, abilitato all’insegnamento a seguito************classe di concorso**********
    premesso che ha stipulato con Codesta Amministrazione i seguenti contratti a tempo determinato:
    - dal *** al *** presso ***
    reiterato
    - dal *** al *** presso ***
    dichiara di contestare e impugnare, perché in violazione di legge, invalido e/o comunque nullo, a tutti i fini indicati dalla legge n. 183/2010, il termine apposto al/ai predetto/i contratti, nonché la relativa durata, qualificazione giuridica e già intervenuta risoluzione;
    offre immediatamente la propria prestazione lavorativa, chiedendo l’instaurazione e/o la conversione del rapporto a tempo indeterminato, nonché ricostruzione di carriera e riconoscimento dell’anzianità a tutti gli effetti giuridici ed economici;
    la presente da valere anche quale atto interruttivo della prescrizione ad ogni e qualsivoglia effetto anche in relazione ai diritti economici, retributivi e di risarcimento del danno derivanti dalla presente impugnazione;   
    si riserva azione giudiziaria nei termini di legge.
    Distinti saluti
    ……………

    domenica 2 gennaio 2011

    dalla cgil

    a qualcuno può interessare:


    FLC CGIL DEL TRENTINO
    VIA MUREDEI, 8
    38122-TRENTO
    TEL. 0461-303958/9
    FAX 0461-303995
    Trento 29/12/2010
    Oggetto: novità introdotte dalla L.183/10 (legge Sacconi, cd collegato lavoro) in ordine alle decadenze per l'impugnativa dei contratti a termine
    A tutto il personale precario,
    la FLC-CGIL sta promuovendo una campagna informativa  sulla vertenza a favore del personale precario in servizio nel settore pubblico della conoscenza.
    Tale vertenza è destinata al personale docente e ATA  del comparto scuola, dell'università, dell'AFAM e della ricerca che abbia stipulato contratti a tempo determinato  per almeno tre anni  su posti vacanti e disponibili e che sia in possesso del requisito di aver superato una selezione pubblica o una selezione ad essa equiparata dalla legge.
    Premesso che si tratta di una vertenza molto complessa e dagli esiti incerti, l'entrata in vigore  della legge 183 il 24 novembre  2010,  impone per tutti i lavoratori con contratti a termine già scaduti l'onere di predisporre una  lettera raccomandata A/R per interrompere i termini di prescrizione entro il 23 gennaio 2011,  pena la decadenza di ogni eventuale ipotesi di riconoscimento dei propri diritti.
    Successivamente all'invio della lettera, la legge 183/10 prevede che il ricorso debba essere depositato nei successivi 270 giorni. 
    Questo tempo sarà indispensabile per esaminare  ogni singolo caso da parte dei nostri uffici legali anche alla luce dell'evolversi  della situazione giurisprudenziale e legislativa nazionale per valutare l'opportunità del prosieguo dell'azione legale.
    Per i contratti in essere, ci sarà invece tempo 60 giorni dalla scadenza del contratto stesso per decidere eventualmente di inviare la lettera raccomandata  al fine di interrompere i termini di prescrizione.
    Siamo a disposizione per fornire chiarimenti e consulenza ai numeri telefonici,  o all'indirizzo di posta elettronica, sopra riportati. 

    domenica 12 settembre 2010

    io, prof. precario nella scuola triste

    il Trentino, 10 settembre 2010

    Caro direttore, in occasione dell’inizio dell’anno scolastico vorrei raccontarle una storia. Vera. C’è un professore trentino, precario, che ha poco più di trent’anni. Possiede due lauree e una specializzazione. E’ inoltre abilitato alla professione e in nove anni si è trovato a insegnare a molte persone: dai figli disperati della Trento bene dei centri di recupero anni scolastici, fino ai liceali di alta montagna. Pur di rispettare la continuità didattica e non penalizzare la “sua” classe, qualche anno fa ha rinunciato ad una cattedra che gli avrebbe consentito di fare un balzo in avanti in graduatoria. Perché crede che il rispetto verso gli studenti valga più dell’interesse economico personale. In questi anni non ha mai ricevuto un richiamo, a fronte di molti complimenti. Ma adesso ha minime possibilità di lavorare.
    Quel professore, se incontrasse il governatore Dellai e l’assessore Dalmaso, chiederebbe loro quale presunzione li abbia portati a spacciare per “riforma scolastica” qualche misera norma che alla fine ha soltanto tagliato ore e cattedre e che non ha minimamente scalfito l’impianto vecchio e vetusto della scuola. Chiederebbe loro, inoltre, se si sentono orgogliosi di essere complici di una scuola che assomiglia sempre più ad centro di rieducazione, dove ci si stringe quasi in trenta in una classe e dove è difficile lavorare sulla qualità, perché per farlo bisognerebbe spendere e non tagliare sul personale.
    Quel professore, se incontrasse i rappresentanti sindacali, chiederebbe loro perché abbiano abbandonato i precari al loro destino e perché non si siano mai impegnati per costruire un sistema che privilegi il merito, invece della piatta anzianità.
    Quel professore, se incontrasse i propri colleghi di ruolo, chiederebbe loro cosa li porti, come avidi sciacalli, ad accettare carichi di orari superiori alla norma, penalizzando di fatto i precari, per poi piangere lacrime di coccodrillo e stringere mani di circostanza.
    Quel professore, se incontrasse alcuni colleghi precari, chiederebbe loro per quale ragione si prestino a pagare corsi farsa di (presunto) aggiornamento, solo per avere qualche punto in più in graduatoria e condannare all’inferno chi, eticamente, non accetta di comprarsi i titoli.
    Quel professore, se incontrasse i genitori degli studenti, chiederebbe loro per quale motivo non facciano obiezione di coscienza, rifiutandosi di iscrivere i propri figli ad una scuola che tira a campare, che non investe nella qualità (umana), ma è lasciata tristemente al suo destino.
    Quel professore, se incontrasse il cosiddetto uomo della strada, gli chiederebbe conto del suo qualunquismo per cui gli insegnanti sono tutti dei “fancazzisti” e lo inviterebbe a riflettere che i danni di un sistema scolastico precario alla fine li paga lui, tramite i suoi figli.
    Quel professore, se incontrasse alcuni giovani appena diplomatisi e desiderosi di iscriversi all’università, chiederebbe loro se valga la pena studiare in un Paese che non merita gente acculturata, ma solo utili idioti.
    Quel professore, se incontrasse i suoi vecchi studenti, non porrebbe loro alcuna domanda. Anzi, li inviterebbe a farne, e tante. Finché qualcuno non risponderà.
    Quel professore, come tanti altri, rischia di non poter più svolgere il lavoro per cui si è preparato e nel quale riesce bene, perché, da noi, i meriti non contano e i soldi si investono soltanto nei mattoni degli amici o dei grandi elettori.
    Quel professore (che sono io) ha ancora una domanda da rivolgere a tutti: è giusto?


    domenica 22 agosto 2010

    Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: paragoni impropri: rifacciamo i conti?

    Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: paragoni impropri: rifacciamo i conti?: "Scuola e convocazioni, pressing della Cgil L'adige, 22/08/2010 08:42 TRENTO - «Se la necessità è quella di coprire il maggior numero di p..."

    Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: onda rossa

    Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: onda rossa: "Se non vuoi rischiare di rimanere senza... prenota la tua maglietta: Clicca QUI oppure copia sul tuo browser questo indirizzo: https://..."

    Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: caos

    Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: caos: "Assegnazione cattedre, a scuola è un vero caos L'adige, 21/08/2010 08:26 TRENTO - La mattinata negli uffici ai piani alti dell'assessorato a..."

    venerdì 20 agosto 2010

    Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: Una maglietta rossa contro la precarietà

    Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: Una maglietta rossa contro la precarietà: "Su l'Adige di oggi, a pag 25 un servizio sulla nostra iniziativa delle magliette. ecco qui il testo originale:


    Sono in corso presso la Sovrintendenza scolastica, le convocazioni per le assunzioni a tempo determinato: anche quest'anno, a pochi giorni dall'inizio delle lezioni, il sistema scolastico - nazionale e trentino – ricorre alla paziente disponibilità dei precari per coprire la cronica carenza di personale.
    In uno stanzone di via Gilli, centinaia di docenti aspettano il proprio turno, sperando di poter accedere a una delle cattedre disponibili: da anni partecipano a questa sorta di mercato del bestiame, rassegnati, disgustati, incazzati, animati dalla speranza di vedere riconosciuta con un'assunzione a tempo indeterminato, un giorno chissà quando, la loro dignità professionale e umana.



    E' notizia di questi giorni che in Italia ci saranno 10.000 nuove assunzioni: pochissime, se si pensa che due anni fa furono 50.000. Una goccia nel mare, se si pensa ai 300.000 precari e agli 80.000 posti vacanti. Ma almeno è qualcosa, rispetto al Trentino: infatti nella ricca autonomia nostrana non ci sarà nessuna immissione in ruolo quest'anno. Come mai Signora Dalmaso? Forse che l'Assessore ha finalmente capito che la sua riforma produrrà nei prossimi anni un drastico ridimensionamento del personale della scuola? O è ancora convinta del contrario e si vuole soltanto togliere un sassolino dalla scarpa nei confronti dei docenti che hanno criticato la sua iniziativa innovativa?
    La scusa ufficiale è quella dell'incertezza gettata sulle graduatorie dalla sentenza del TAR di Trento, che ha giustamente bocciato il provvedimento con cui la Giunta voleva attribuire ben 40 punti di bonus a chiunque avesse insegnato in Trentino (anche nelle scuole private e paritarie) per tre anni consecutivi: un sistema spacciato per garanzia della continuità didattica, ma evidentemente architettato soltanto per favorire gli amici degli amici, in barba alla Costituzione della Repubblica.



    L'impasse non ha tuttavia bloccato ben 16 “passaggi di ruolo”, (i trasferimenti di docenti già di ruolo, da un ordine di scuola o da una classe di concorso ad un'altra): secondo la normativa vigente, tuttavia, questi passaggi non possono superare il 25% delle nuove assunzioni. Dunque l'Assessore, per rispettare la Legge, dovrebbe dirci quando assumerà i 48 precari che ne hanno così acquisito il diritto.

    Sullo sfondo di questa scena tragica resta un panorama deprimente, punteggiato da questioni di assoluto rilievo, alle quali, da anni, il Ministero, come la Giunta, fingono di rispondere con tanti bei discorsi sulla meritocrazia e sulla centralità della scuola, di fatto invece seguendo una politica che ha ulteriormente impoverito la scuola pubblica, abbassato il livello della preparazione degli studenti, umiliato e precarizzato il lavoro degli insegnanti.
    Gli Stati Generali della Scuola Trentina continuano a denunciare questa situazione, assurda da qualsiasi punto di vista, scientifico, pedagogico, economico e sociale: per manifestare il profondo dissenso nei confronti di questa miope politica scolastica stanno distribuendo le loro magliette rosse, da cui un fantasma arrabbiato ricorda che “L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Non sulla precarietà”. Dalmaso, se ci sei, batti un colpo!

    Nicola Zuin e Alessandro Genovese – Stati Generali della Scuola Trentina

    mercoledì 18 agosto 2010

    magliette

    Se non vuoi rischiare di rimanere senza...

     prenota la tua maglietta QUI

    venerdì 13 agosto 2010

    Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: calendario

    Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: calendario: "finalmente su vivoscuola il calendario delle convocazioni!

    Magliette

    Eccole!
    sono arrivate le magliette degli Stati Generali! 
    Rosse fiammanti e incazzate com'è giusto.
    Dedicate in particolare a noi precari, sono INDISPENSABILI nei giorni delle prossime convocazioni.

    Prenotate subito la vostra.

    sabato 7 agosto 2010

    NO alle cattedre con più di 18 ore!!!

    da il fatto quotidiano, blog di Luciano Lanza


    Unicobas scuola chiama alla mobilitazione contro la riforma Gelmini

    La prossima lotta di docenti di ruolo e precari delle scuole superiori

    Lo scorso anno scolastico è stata la volta delle Elementari e delle Medie. Il governo delle “tre i” ha tagliato decine di migliaia di cattedre e posti di ausiliari ed amministrativi, facendo quasi sparire il bilinguismo e l’informatica dalla Secondaria di primo grado. Con la medesima operazione il ministro unico Giulio Tremonti e la sua squadra d’appoggio hanno mandato in tilt quella che l’Ocse considerava (per qualità) la sesta scuola del pianeta, la Primaria italiana, ridotta a non avere più copresenze (per il recupero dello svantaggio) fra i docenti, «spalmati» anche su dieci classi (alla faccia del «maestro prevalente») e con un tempo pieno residuale snaturato nella sua tradizionale unitarietà didattica e in quantità non confacente alle crescenti richieste delle famiglie. E dai tempi di Letizia Moratti il programma di storia in quinta elementare si ferma alla fine dell’impero romano, per rimanere due-tre anni sull’età delle caverne… Vagli poi a parlare della giornata della memoria! Il tutto grazie anche a un centro-sinistra che ha colpevolmente lasciato intonse le modifiche retrive della prime cervellotiche avances berlusconiane sull’organizzazione nazionale dell’educazione. Ma era solo l’inizio.

    Da settembre la scuola vivrà gli effetti della «riforma» Gelmini anche nell’istruzione secondaria superiore. L’impianto è costruito sull’ennesimo, spaventoso minimalismo culturale: il monte ore verrà ridotto ovunque, il liceo Scientifico prevalente sarà privo del latino, gli istituti Tecnici subiranno la drastica riduzione del lavoro di laboratorio, i Professionali s’avviano a diventare copie (regionalizzate) dei centri di formazione sottoposti ai non certo disinteressati diktat dell’impresa; l’ultimo anno d’obbligo potrà essere svolto nell’apprendistato; per «riciclare» gli insegnanti in esubero, le classi di concorso sono state riviste e molte materie importanti verranno coperte da personale privo di titolo specifico.

    Ma non saranno soltanto docenti, programmi e alunni a farne le spese: è il momento del sacrificio dei 60 mila precari che hanno occupato sinora quelle cattedre vacanti sulle quali non s’era proceduto a collocare (come di dovere) personale stabile. Siamo arrivati alla soluzione finale. Gli insegnanti «a tempo determinato» non solo dovranno dire addio a ogni speranza d’assunzione: quest’anno solo pochissimi di loro godranno persino del «canonico» incarico annuale. Infatti, come se non bastasse, gli Uffici scolastici provinciali offriranno per lo più cattedre a 24 ore, sia al personale di ruolo sia agli incaricati annuali, infischiandosene del limite del contratto nazionale di lavoro fissato a 18.

    Per questi motivi il PUMA (Precari Unicobas Movimento Autogestito), a partire dalle convocazioni di fine agosto, intraprende una campagna nazionale di rifiuto delle cattedre superiori a 18 ore, coinvolgendo sia i docenti di ruolo sia gli insegnanti precari.

    In particolare, i precari costruiranno un fronte comune (che l’Unicobas auspica s’allarghi a tutti i coordinamenti e le sigle sindacali che non accettano la manovra). Accetteranno le cattedre più consone e, nel caso in cui superino le 18 ore, rivendicheranno il diritto, sancito dall’articolo 28 del contratto nazionale, a non svolgere un orario maggiorato di insegnamento (retribuito peraltro con una mancia!). Nessuno può obbligare i lavoratori della scuola, che siano precari o di ruolo, a forme di straordinario obbligatorio, e l’opzione zero sulle ore aggiuntive verrà garantita dall’opera di patrocinio degli uffici legali del sindacato.

    In questo modo gli Uffici scolastici provinciali saranno costretti a chiedere al ministero dell’Istruzione un’integrazione di organico, si libereranno altri posti per i colleghi rimasti senza lavoro e, riaprendo dall’inizio dell’anno scolastico il fronte del dissenso, si avranno maggiori garanzie per il futuro della scuola pubblica.

    Stefano d’Errico (segretario nazionale dell’Unicobas Scuola)




    domenica 27 giugno 2010

    il TAR sospende le graduatorie.

    il Trentino, 27.06.2010

    Scuola: il Tar di Trento sospende
    le graduatorie provinciali

    L’ordinanza blocca, di fatto, le graduatorie e l’assessorato all’istruzione potrebbe vedersi costretto a rispolverare quelle vecchie in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale. Il ricorso è stato presentato da Flavia Chiaro, insegnante alle scuole elementari
    TRENTO. La scuola trentina è a rischio caos. Il Tar di Trento, infatti, ha accolto il ricorso di una insegnante elementare contro le nuove graduatorie della Provincia che privilegerebbero i trentini. L’ordinanza blocca, di fatto, le graduatorie e l’assessorato all’istruzione potrebbe vedersi costretto a rispolverare quelle vecchie in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale.Il ricorso è stato presentato da Flavia Chiaro, insegnate alle scuole elementari e rappresentata dall’avvocato Andrea Maria Valorsi, che a causa dei nuovi criteri per le graduatorie si è vista scavalcare da 82 colleghi. La Provincia, infatti, ha inserito 40 punti per quegli insegnanti che lavorano da più di 3 anni in Trentino. Una discriminazione secondo l’insegnante che ha deciso di rivolgersi al Tar di Trento contro la Provincia. Giovedì il tribunale amministrativo si è espresso accogliendo la richiesta di sospensione delle nuove graduatorie poiché avrebbe riscontrato una «fondata illegittimità» in relazione al “bonus” legato all’a nzianità di servizio in provincia di Trento. Il consiglio, presieduto da Francesco Mariuzzo, ha deciso di sospendere l’a deguameneto delle graduatorie anche perché, nel giro di pochi giorni, sarebbero diventate ufficiali per volontà della giunta. Quest’ordindanza, in attesa della sentenza della Corte Costituzionale (che però non arriverà in tempi brevi), cambia decisamente le carte in tavola alla Provincia. I legali si sono messi immediatamente al lavoro per trovare la soluzione più idonea. È molto probabile, però, che siano ripristinate le graduatorie preesistenti per permettere il regolare inizio dell’ano scolastico e l’assegnazione delle cattedre ai docenti.
    L’assessore provinciale all’istruzione, Marta Dalmaso, una volta appresa la notizia della sentenza ha fatto sapere che «le sentenze vanno rispettate in ogni caso», ma ha anche colto l’occasione per esprimere preoccupazione e rammarico. «Anche in questo caso - ha commentato - si nota come nel mondo della scuola siano tutelati gli interessi di tutti, tranne quelli degli studenti. La nostra intenzione con le nuove graduatorie era quella di favorire la qualità e la continuità dell’istruzione nel sistema trentino. Alla luce di questa sentenza vedremo di trovare la soluzione migliore evitando disagi e garantendo il regolare avvio del prossimo anno scolastico. Intanto - ha concluso - attendiamo con serenità la sentenza della Corte Costituzionale». La prossima settimana sono stati convocati i sindacati.
    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    giovedì 17 giugno 2010

    graduatorie

    SONO USCITE LE GRADUATORIE!!!!

    tutte piene di regalini da quaranta punti.

    Siete contenti? siete incazzati? 
    avete scalato la montagna o siete rovinati verso il fondo?

    raccontateci cosa è successo nelle vostre classi di concorso.

    giovedì 27 maggio 2010

    corsi e ricorsi


    Ieri sera, presso la sala circoscrizionale S. Giuseppe-S. Chiara di Trento si è svolta l'assemblea degli Stati Generali della Scuola Trentina, alla presenza del Coordinamento e dei delegati nelle scuole.

    Primo punto all'ordine del giorno è stata la "presentazione del conto" all'Assessore Dalmaso: nell'ultima fase del processo riformatore della scuola provinciale - quando i collegi docenti sono stati chiamati a decidere se approvare o meno la cosiddetta "iniziativa innovativa" (la questione passata alle cronache come la scelta delle ore da 50 o 60 minuti) - quasi 1600 insegnanti su circa 2200 hanno rifiutato la proposta provinciale, votando a favore dei 60 minuti, astenendosi o votando contro entrambe le opzioni oppure abbandonando l’aula al momento della votazione.
    Guardando alle scuole, soltanto 7 istituti su 27 hanno condiviso la proposta Dalmaso, approvata poi, attraverso la subdola formula del «silenzio-assenso» e con una manciata di voti, in altri 6 collegi in cui ha prevalso l’astensione.
    Oltre settecento insegnanti hanno sottoscritto le mozioni degli Stati Generali, che hanno denunciato la sostanziale mancanza di alternativa e la forma ricattatoria della proposta della Giunta, la quale, per convincere gli insegnanti ad appoggiare il proprio progetto, non ha esitato a minacciare il taglio di 200 posti di lavoro.
    Gli Stati Generali annunciano che nei prossimi giorni questi dati e queste firme saranno consegnate fisicamente all'Assessore, assieme alla richiesta di assumersene coerentemente la responsabilità politica.

    Questi dati e il goffo tentativo dell'Amministrazione di nasconderli dietro euforiche dichiarazioni di soddisfazione per le decisioni dei Consigli delle Istituzioni, hanno convinto ulteriormente gli Stati Generali a non ritenere conclusa la loro iniziativa, decidendo anzi di proseguire, dando alla loro organizzazione una forma legale, costituendosi in associazione e stabilendo rapporti di collaborazione con altri movimenti impegnati a livello nazionale per la costruzione di una scuola migliore.

    Gli Stati Generali si sono impegnati a monitorare direttamente gli effetti che le iniziative dell'Assessore produrranno nelle scuole della Provincia: l'andamento delle iscrizioni mostra infatti uno spostamento importante del rapporto tra pubblico e privato a favore di quest'ultimo, in particolare a causa della soppressione degli Istituti Professionali che hanno determinato un calo clamoroso nelle iscrizioni agli Istituti tecnici e un aumento delle iscrizioni alla Formazione Professionale. Nubi scure si addensano in particolare all'orizzonte delle scuole di valle.
    Tutto questo, assieme all'aumento del coefficiente per la formazione delle classi, ha già cominciato a proiettare la sua ombra sull'attribuzione e distribuzione delle cattedre: l'Assessore aveva preventivamente parlato di andamento "fisiologico", ma gli insegnanti precari denunciano la diminuzione delle cattedre e degli spezzoni disponibili per il prossimo anno scolastico. A questo proposito è emersa la proposta di impegnare i Dirigenti scolastici a non formare cattedre superiori alle 18 ore settimanali.

    Per i precari, Equilibrio Precario ha anche annunciato di voler avviare un ricorso collettivo per l'ottenimento degli scatti di anzianità e di stipendio, oltre che il risarcimento danni per la ripetizione dei contratti a tempo determinato: sono ormai numerose, infatti, le sentenze dei tribunali Amministrativi di tutta Italia che hanno riconosciuto che questi diritti sono dovuti e tuttavia regolarmente negati ad una categoria che conta - a livello nazionale - ben 143mila insegnanti annuali, centinaia di migliaia di docenti temporanei e addirittura un terzo dei non docenti: bidelli, tecnici e amministrativi.

    Questo ricorso andrà ad aggiungersi al Ricorso Straordinario al Capo dello Stato contro le Delibere della Giunta Provinciale: già avviato nei mesi scorsi per iniziativa di sei docenti e un genitore, sarà ora integrato per iniziativa degli Stati Generali con motivi aggiunti relativi alle ultime delibere che violano, tra l'altro, anche la Costituzione Repubblicana e lo Statuto Provinciale.
    I fondi necessari per queste azioni legali sono stati raccolti in poche settimane da una sottoscrizione avviata dagli stati Generali, i quali hanno visto, anche in questa occasione, il generoso sostegno da parte di moltissimi insegnanti delle nostre scuole.
    nz

    venerdì 21 maggio 2010

    diritti negati

    Di Vincenzo Brancatisano - I lavoratori precari della scuola hanno diritto al risarcimento del danno per reiterazione di contratti a termine. Non è tollerabile una normativa nazionale che vieta, unicamente nel settore pubblico, di trasformare in un contratto di lavoro a tempo indeterminato un susseguirsi di contratti abusivi a tempo determinato. Per questo un supplente ha ottenuto dal tribunale di Orvieto 45mila euro come ristoro per essere stato vittima di un'assunzione annuale ripetuta per nove anni. Un altro ha ricevuto dal giudice di Terni una somma corrispondente a 15 mensilità, più gli interessi legali. Un'altra sentenza è del tribunale di Milano.

    Immaginiamo lo stupore di chi sa di essere precario non da anni, ma da decenni e di non aver mai saputo nulla in merito a questo diritto, che si quantifica, stando alla giurisprudenza, in circa 5mila euro l'anno di risarcimento. A questo si aggiunga il diritto agli scatti di anzianità e di stipendio, che si prescrive però (a differenza del risarcimento) dopo soli cinque anni di inerzia. Stupisce che i sindacati non abbiano fatto sapere in tanti anni ai propri iscritti dell'esistenza di due opportunità tanto concrete e consistenti.

    Lo sfruttamento del lavoro precario nella scuola pubblica avrebbe dovuto spingere le organizzazioni a una più concreta difesa della legalità del rapporto di lavoro. Invece anche nei contratti collettivi firmati da loro si rinviene un'incredibile mole di discriminazioni a danno dei precari, che si è sedimentata negli anni come se fosse cosa ovvia. La discriminazione economica e normativa di lavoratori che svolgono identiche mansioni è contraria alla Costituzione del 1948 e all'Accordo quadro sul lavoro a tempo determinato recepito dalla Direttiva CE 99/70 alla quale si sono ispirati la Corte di Giustizia delle Comunità Europee, prima, e a seguire molti tribunali italiani, cui si sono rivolti alcuni precari della scuola, docenti e non docenti, che hanno detto basta alla scandalosa sequenza di contratti a termine di cui sono vittima 143mila insegnanti annuali, centinaia di migliaia di docenti temporanei e addirittura un terzo dei non docenti: bidelli, tecnici e amministrativi.

    Il dato secondo cui è precario il 13% degli insegnanti è una mera illusione statistica, poiché in molte classi è precario il 60-70% e spesso anche il 90% degli insegnanti. Ogni insegnante ha più classi e il precariato di un docente si espande come una metastasi nelle altre classi. Lucrando sui mesi estivi non pagati ai lavoratori precari e sulla mancata progressione di carriera, lo Stato immagina di risparmiare. Invece ci rimette. L'indennità di disoccupazione per i mesi estivi, il compenso sostitutivo delle ferie maturate e non godute e il tfr pagato a ogni licenziamento producono un maggior esborso immediato, cui si aggiunge il danno gravissimo alla continuità didattica indotto dall'indecente valzer di insegnanti.

    Se non bastasse, sono precari spesso anche i presidi, che talvolta sono insegnanti incaricati di coprire una sede vacante. Buona parte dei docenti di ruolo, infine, passa ogni anno da una scuola all'altra. A
    nulla serve a questo scopo l'albo regionale dei docenti annunciato dal governo e apprezzato dall'opposizione, poiché solo il 2,4% dei trasferimenti riguarda prof che tornano al Sud: è più facile che ci si
    trasferisca da un quartiere all'altro.

    Lo scandalo scuola prima o poi doveva scoppiare. Ora i nodi sono al pettine, il re è nudo. Una straordinaria mole di sentenze giudiziarie spiazza chi avrebbe dovuto fare le barricate a tutela dei diritti e
    dell'uguaglianza. La legge italiana può legittimamente prevedere la reiterazione dei contratti a termine, nel pubblico, senza che si trasformino con sentenza in contratti a tempo

    giovedì 20 maggio 2010

    stati generali

    Mercoledì 26 maggio 2010
    sono convocati 

    Gli Stati Generali 
    della Scuola Trentina

    a Trento, Sala circoscrizionale di S. Giuseppe - S. Chiara
    via Perini 2/1 (angolo via Giusti 35)
    Ore 20.30


    Presenteremo il conto all'Assessore: 
    consegneremo le firme raccolte per le nostre mozioni 
    e comunicheremo pubblicamente i dati delle delibere dei collegi docenti sull'Iniziativa innovativa

    Valuteremo la situazione concreta creata nelle scuole in prospettiva del prossimo anno scolastico: iscrizioni, orari, discipline, cattedre, didattica...

    Faremo il punto rispetto al ricorso straordinario al Capo dello Stato

    Daremo il via alla costituzione dell'Associazione Stati Generali

    Valuteremo le opportunità di collegarci ai movimenti nazionali
    di opposizione a questa riforma della scuola

    Non mancare: