Musica: Manu Chao, Clandestino
Entrano due fantasmi:
8.711 alle Scuole elementari
15.000: tra il Personale non docente
Non una cabala, è la Finanziaria 2008 di Tremonti: sono 41.118 lavoratori a spasso.
Sono Donne e uomini. Senza un futuro, ma con un passato e un presente.
La riduzione prevista entro l'anno scolastico 2011-12 è di 140.000 posti.
Riguarda i docenti di tutte le discipline... tranne i 25.000 di religione: selezionati dalla curia e pagati dallo Stato!
Il più grande licenziamento di massa della storia.
“Ma in Trentino è diverso”, dicono.
“Questa è l'isola felice”. Dicono.
L'assessore Marta Dalmaso ha fatto la riforma dal volto umano.
Ma poi accorciano il tempo scuola, aumentano il numero di studenti per classe, aboliscono gli istituti professionali, riducono le ore di laboratorio.
Semplificano. Dicono loro.
Tagliano, replichiamo noi.
E anche qui, sull'isola felice, i partiti discutono, i sindacati trattano. Ma i precari non li vede nessuno. Fantasmi.
Siamo quasi tremila fantasmi che si aggirano per le scuole trentine. Tremila.
Siamo l 35% del totale degli insegnanti... e il Presidente Dellai ci dice che non contiamo niente.
Noi però non ci troviamo qui per caso: Diventare precario, non è stato facile:
abbiamo dovuto studiare parecchio Lauree, specializzazioni, master, concorsi ... poi siamo entrati in graduatoria: una specie di magazzino a cui l’amministrazione attinge... se ne ha bisogno... altrimenti tanti saluti!
Non siamo qui per caso: ci hanno formato, ci hanno selezionato, ci hanno messo in riga, ci hanno usato finché ce n’è stato bisogno.
Ma adesso hanno trovato il modo di risparmiare anche quei pochi soldi che ci han dato finora, grazie a quella che chiamano riforma. Anzi, “iniziativa innovativa”, hanno deciso di chiamarla.
Perché il Trentino deve distinguersi. Sempre. Fare da laboratorio.
E noi siamo le loro cavie.
Hanno sempre fatto così. E noi abbiamo sempre accettato supini, senza nemmeno l’illusione di una promessa:
“Finché io sarò presidente”, ha affermato Dellai nel 2007, “la Provincia autonoma di Trento non farà nessun provvedimento di automatica assunzione dei precari”. Se serve, posso fornire il numero di telefono del collega Toto' Cuffaro”.
Stavolta però i fantasmi hanno deciso di togliersi i lenzuoli, di farsi vedere, parlare e denunciare.
Non è più possibile tacere di fronte a una riforma che fin dalle sue premesse disegna una scuola di plastica, più povera, più debole, più passiva:
una scuola che sembra fatta apposta per creare cittadini docili e obbedienti, pronti ad accettare a loro volta qualsiasi infamia ritengano necessaria i soliti noti.
Così abbiamo fondato Equilibrio Precario. E poi EP ha incontrato gli studenti e assieme hanno convocato gli Stati Generali della scuola trentina.
E gli stati generali hanno sollevato una marea che ha finito per travolgere l'assessore.
Tre quarti degli insegnanti hanno detto NO alla sua riforma, votando contro o addirittura rifiutandosi di votare la sua proposta innovativa.
Gli studenti hanno riempito le strade, hanno occupato le scuole, hanno parlato chiaro
Ma l'assessore è ancora lì. E non si schioda.
Finge di non vedere e dice che gli insegnanti non la capiscono, oppure che pensano a difendere i propri privilegi.
Invece è la Dalmaso a non capire. Gli insegnanti, come gli studenti e le famiglie, protestano per una sola ragione: vogliono una scuola migliore, o per lo meno non peggiore.
Noi vogliamo una scuola pubblica e laica
La Dalmaso invece elimina gli istituti professionali e aumenta i fondi alle scuola privata del 15%.
Noi chiediamo una scuola ricca, efficiente e strategica.
Lei invece la impoverisce e la annacqua.
Noi pretendiamo una scuola autonoma dalla politica, democratica e trasparente
Lei invece impone un modello pensato da un gruppo di sedicenti “esperti”, e costruisce una scuola d’eccellenza per i pochi che se la possono permettere e una scuola parcheggio per tutti gli altri.
Noi chiediamo che gli insegnanti precari vengano finalmente stabilizzati
La Dalmaso invece li elimina, e precarizza anche gli altri con metodi ricattatori.
Attenzione però: i precari esistono ovunque, mica solo nella scuola: nelle aziende, nei cantieri, nei campi nell'università, nella pubblica amministrazione, nelle fabbriche
A progetto, interinale, stagionale, cococo, partite iva fasulle... ci sono 49 tipologie di contratto di lavoro in questo paese.
Senza contare il lavoro in nero... che fa cinquanta!
Noi siamo soltanto il primo anello della catena: insegnanti precari con il compito di formare i precari di domani.
Dobbiamo fornire loro conoscenze, abilità e competenze… ma soprattutto, dobbiamo dare il buon esempio!
Chi studia col precario... impara a precariare!
Loro la chiamano flessibilità. Ci dicono, loro, che è un'opportunità, una gran fortuna:
tutta la libertà di fare un sacco di cose, lavori diversi, mille esperienze... “magari in giro per il mondo”, come ha detto il ministro Brunetta.
A noi pare invece una fregatura: questa è proprio la negazione della libertà.
Dicono che è la globalizzazione...il futuro.
Dicono che la flessibilità... è moderna.
A noi pare invece una roba medievale: preghiere, paura, pellegrinaggi. Attesa.
Noi, per loro, siamo clandestini: sans papier!
Siamo cittadini a tempo determinato,
siamo la fascia elastica della produzione,
siamo la molla dell'economia,
siamo il costo variabile e il risparmio costante dei bilanci.
Siamo il ventre molle di questa società.
Quel che è certo è che un giorno un posto fisso l'avremo anche noi...
dentro una cassa, al campo santo...
Magari per quel giorno saremo ancora più moderni,
allora saranno flessibili anche i morti e ci daranno un loculo a tempo determinato.
O co.co.co. O a progetto.
Tenetevelo per voi, il loculo a progetto!
Noi vogliamo quel che ci spetta, e lo vogliamo adesso!
Non come un privilegio, ma perché è un nostro diritto.
E non diteci che mancano le risorse:
Tanto più nella nostra ricca provincia, che per gli amici, e gli amici degli amici... i soldi li trova sempre.
Noi non vogliamo essere vostri amici.
E il numero di Cuffaro non ci interessa!
L’Italia è una repubblica
Musica: the Who – My generation