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domenica 22 agosto 2010

Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: paragoni impropri: rifacciamo i conti?

Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: paragoni impropri: rifacciamo i conti?: "Scuola e convocazioni, pressing della Cgil L'adige, 22/08/2010 08:42 TRENTO - «Se la necessità è quella di coprire il maggior numero di p..."

Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: onda rossa

Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: onda rossa: "Se non vuoi rischiare di rimanere senza... prenota la tua maglietta: Clicca QUI oppure copia sul tuo browser questo indirizzo: https://..."

Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: caos

Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: caos: "Assegnazione cattedre, a scuola è un vero caos L'adige, 21/08/2010 08:26 TRENTO - La mattinata negli uffici ai piani alti dell'assessorato a..."

venerdì 20 agosto 2010

Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: Una maglietta rossa contro la precarietà

Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: Una maglietta rossa contro la precarietà: "Su l'Adige di oggi, a pag 25 un servizio sulla nostra iniziativa delle magliette. ecco qui il testo originale:


Sono in corso presso la Sovrintendenza scolastica, le convocazioni per le assunzioni a tempo determinato: anche quest'anno, a pochi giorni dall'inizio delle lezioni, il sistema scolastico - nazionale e trentino – ricorre alla paziente disponibilità dei precari per coprire la cronica carenza di personale.
In uno stanzone di via Gilli, centinaia di docenti aspettano il proprio turno, sperando di poter accedere a una delle cattedre disponibili: da anni partecipano a questa sorta di mercato del bestiame, rassegnati, disgustati, incazzati, animati dalla speranza di vedere riconosciuta con un'assunzione a tempo indeterminato, un giorno chissà quando, la loro dignità professionale e umana.



E' notizia di questi giorni che in Italia ci saranno 10.000 nuove assunzioni: pochissime, se si pensa che due anni fa furono 50.000. Una goccia nel mare, se si pensa ai 300.000 precari e agli 80.000 posti vacanti. Ma almeno è qualcosa, rispetto al Trentino: infatti nella ricca autonomia nostrana non ci sarà nessuna immissione in ruolo quest'anno. Come mai Signora Dalmaso? Forse che l'Assessore ha finalmente capito che la sua riforma produrrà nei prossimi anni un drastico ridimensionamento del personale della scuola? O è ancora convinta del contrario e si vuole soltanto togliere un sassolino dalla scarpa nei confronti dei docenti che hanno criticato la sua iniziativa innovativa?
La scusa ufficiale è quella dell'incertezza gettata sulle graduatorie dalla sentenza del TAR di Trento, che ha giustamente bocciato il provvedimento con cui la Giunta voleva attribuire ben 40 punti di bonus a chiunque avesse insegnato in Trentino (anche nelle scuole private e paritarie) per tre anni consecutivi: un sistema spacciato per garanzia della continuità didattica, ma evidentemente architettato soltanto per favorire gli amici degli amici, in barba alla Costituzione della Repubblica.



L'impasse non ha tuttavia bloccato ben 16 “passaggi di ruolo”, (i trasferimenti di docenti già di ruolo, da un ordine di scuola o da una classe di concorso ad un'altra): secondo la normativa vigente, tuttavia, questi passaggi non possono superare il 25% delle nuove assunzioni. Dunque l'Assessore, per rispettare la Legge, dovrebbe dirci quando assumerà i 48 precari che ne hanno così acquisito il diritto.

Sullo sfondo di questa scena tragica resta un panorama deprimente, punteggiato da questioni di assoluto rilievo, alle quali, da anni, il Ministero, come la Giunta, fingono di rispondere con tanti bei discorsi sulla meritocrazia e sulla centralità della scuola, di fatto invece seguendo una politica che ha ulteriormente impoverito la scuola pubblica, abbassato il livello della preparazione degli studenti, umiliato e precarizzato il lavoro degli insegnanti.
Gli Stati Generali della Scuola Trentina continuano a denunciare questa situazione, assurda da qualsiasi punto di vista, scientifico, pedagogico, economico e sociale: per manifestare il profondo dissenso nei confronti di questa miope politica scolastica stanno distribuendo le loro magliette rosse, da cui un fantasma arrabbiato ricorda che “L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Non sulla precarietà”. Dalmaso, se ci sei, batti un colpo!

Nicola Zuin e Alessandro Genovese – Stati Generali della Scuola Trentina

mercoledì 18 agosto 2010

magliette

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venerdì 13 agosto 2010

Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: calendario

Gli Stati Generali Della Scuola Trentina: calendario: "finalmente su vivoscuola il calendario delle convocazioni!

Magliette

Eccole!
sono arrivate le magliette degli Stati Generali! 
Rosse fiammanti e incazzate com'è giusto.
Dedicate in particolare a noi precari, sono INDISPENSABILI nei giorni delle prossime convocazioni.

Prenotate subito la vostra.

sabato 7 agosto 2010

NO alle cattedre con più di 18 ore!!!

da il fatto quotidiano, blog di Luciano Lanza


Unicobas scuola chiama alla mobilitazione contro la riforma Gelmini

La prossima lotta di docenti di ruolo e precari delle scuole superiori

Lo scorso anno scolastico è stata la volta delle Elementari e delle Medie. Il governo delle “tre i” ha tagliato decine di migliaia di cattedre e posti di ausiliari ed amministrativi, facendo quasi sparire il bilinguismo e l’informatica dalla Secondaria di primo grado. Con la medesima operazione il ministro unico Giulio Tremonti e la sua squadra d’appoggio hanno mandato in tilt quella che l’Ocse considerava (per qualità) la sesta scuola del pianeta, la Primaria italiana, ridotta a non avere più copresenze (per il recupero dello svantaggio) fra i docenti, «spalmati» anche su dieci classi (alla faccia del «maestro prevalente») e con un tempo pieno residuale snaturato nella sua tradizionale unitarietà didattica e in quantità non confacente alle crescenti richieste delle famiglie. E dai tempi di Letizia Moratti il programma di storia in quinta elementare si ferma alla fine dell’impero romano, per rimanere due-tre anni sull’età delle caverne… Vagli poi a parlare della giornata della memoria! Il tutto grazie anche a un centro-sinistra che ha colpevolmente lasciato intonse le modifiche retrive della prime cervellotiche avances berlusconiane sull’organizzazione nazionale dell’educazione. Ma era solo l’inizio.

Da settembre la scuola vivrà gli effetti della «riforma» Gelmini anche nell’istruzione secondaria superiore. L’impianto è costruito sull’ennesimo, spaventoso minimalismo culturale: il monte ore verrà ridotto ovunque, il liceo Scientifico prevalente sarà privo del latino, gli istituti Tecnici subiranno la drastica riduzione del lavoro di laboratorio, i Professionali s’avviano a diventare copie (regionalizzate) dei centri di formazione sottoposti ai non certo disinteressati diktat dell’impresa; l’ultimo anno d’obbligo potrà essere svolto nell’apprendistato; per «riciclare» gli insegnanti in esubero, le classi di concorso sono state riviste e molte materie importanti verranno coperte da personale privo di titolo specifico.

Ma non saranno soltanto docenti, programmi e alunni a farne le spese: è il momento del sacrificio dei 60 mila precari che hanno occupato sinora quelle cattedre vacanti sulle quali non s’era proceduto a collocare (come di dovere) personale stabile. Siamo arrivati alla soluzione finale. Gli insegnanti «a tempo determinato» non solo dovranno dire addio a ogni speranza d’assunzione: quest’anno solo pochissimi di loro godranno persino del «canonico» incarico annuale. Infatti, come se non bastasse, gli Uffici scolastici provinciali offriranno per lo più cattedre a 24 ore, sia al personale di ruolo sia agli incaricati annuali, infischiandosene del limite del contratto nazionale di lavoro fissato a 18.

Per questi motivi il PUMA (Precari Unicobas Movimento Autogestito), a partire dalle convocazioni di fine agosto, intraprende una campagna nazionale di rifiuto delle cattedre superiori a 18 ore, coinvolgendo sia i docenti di ruolo sia gli insegnanti precari.

In particolare, i precari costruiranno un fronte comune (che l’Unicobas auspica s’allarghi a tutti i coordinamenti e le sigle sindacali che non accettano la manovra). Accetteranno le cattedre più consone e, nel caso in cui superino le 18 ore, rivendicheranno il diritto, sancito dall’articolo 28 del contratto nazionale, a non svolgere un orario maggiorato di insegnamento (retribuito peraltro con una mancia!). Nessuno può obbligare i lavoratori della scuola, che siano precari o di ruolo, a forme di straordinario obbligatorio, e l’opzione zero sulle ore aggiuntive verrà garantita dall’opera di patrocinio degli uffici legali del sindacato.

In questo modo gli Uffici scolastici provinciali saranno costretti a chiedere al ministero dell’Istruzione un’integrazione di organico, si libereranno altri posti per i colleghi rimasti senza lavoro e, riaprendo dall’inizio dell’anno scolastico il fronte del dissenso, si avranno maggiori garanzie per il futuro della scuola pubblica.

Stefano d’Errico (segretario nazionale dell’Unicobas Scuola)